"Questo libro ripercorre la nascita di alcune tendenze e teorie dell’arte a partire dal 1960, ma lo fa con l’intenzione di comprendere l’attualità; cosa produce un presente così diverso, e in che modo il presente, a sua volta, rilegge il passato? Questa domanda coinvolge anche il rapporto tra lavoro critico e storico, e qui nessuno può scappare dal presente, nemmeno gli storici dell’arte. L’analisi storica non dipende dalle posizioni di oggi, ma un impegno nel presente, che sia artistico, teorico e/o politico, appare indispensabile".
Hal Foster
“Qual è il ruolo della critica in una cultura visiva sempre più amministrata da un mondo dell'arte dominato da figure promozionali con scarso spirito critico, e da un mondo mediale di aziende di comunicazione e intrattenimento che non ha alcun interesse per qualsivoglia analisi critica? E qual è il luogo della critica quando viviamo una cultura politica sempre più consenziente, specialmente quando ci troviamo al centro di battaglie culturali con una destra che professa minacce del genere "prendere o lasciare" e una sinistra con dubbi tipo "da che parte stiamo?"". Hal Foster
"Sono tante e di diverso ordine le ragioni per sottolineare l’importanza di questo libro e della sua pubblicazione in italiano a quasi dieci anni di distanza dall’uscita in lingua originale. Inizierei col dire che la portata de Il ritorno del reale non si esaurisce di certo in un arco di tempo così breve, ma anzi, come tutti i contributi significativi destinati ad occupare un posto di rilievo nel panorama del pensiero, è proprio questa prospettiva temporale (una lieve differita la definirebbe l’autore) che ci consente di comprenderne appieno il valore, in particolare alla luce di quanto è accaduto in questi anni e alla luce della direzione in cui molte cose sono andate di cui, “allora” era dato agli sguardi più attenti vederne i germi ma non certo ancora i germogli.La vista lunga, d’altra parte, è un carattere presente in tutta la produzione di Hal Foster. Da Recoding: Art, Spectacle, Cultural Politics, a The Anti-Aesthetic, The Return of the Real, a Compulsive Beauty, fino a Design & Crime che i lettori italiani hanno già avuto modo di conoscere e dove si percepisce quasi fisicamente, l’urgenza di interrogarsi sulle ragioni e sulle possibilità di esistenza dell’arte di oggi, di continuare a confrontarsi con gli interrogativi drammatici e i paradossi che segnano la realtà dell’arte di questi anni, ma non solo. Tutti questi volumi riescono a scandire un passaggio importante degli sviluppi artistici negli ultimi decenni, in ognuno di essi l'autore parte da una prospettiva specifica che poi si rivela estremamente efficace nel condurci a riflettere su un contesto ben più ampio.Concentrando l’attenzione su Il ritorno del reale, credo che siano in pochi ad avere dubbi che si tratti di uno dei contributi che più ha saputo attraversare il presente e offrire una lettura di episodi storicizzati, dal minimalismo, all’arte concettuale, al percorso di Andy Warhol, per arrivare agli sviluppi che hanno segnato una vera e propria svolta rispetto al passato prossimo agli inizi degli anni Novanta. Il procedere di Hal Foster lo si può definire ragionevolmente complesso, in quanto da un lato continua a mantenere aperto e vivo il dialogo con la storia dell’arte, dall’altro si apre ad un confronto reale con discipline confinanti con l’arte stessa". Emanuela De Cecco
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